lunedì 25 giugno 2012

Itaca, di Kostantin Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

venerdì 22 giugno 2012

I personaggi misteriosi della National Portrait Gallery di Londra Leggi di Più: I personaggi misteriosi della National Portrait Gallery di Londra

Sebbene arricchita da un’alone di mistero, non è un gioco la mostra “Imagined Lives: portraits of unknown people” (Vite immaginarie: ritratti di persone sconosciute) proposta dalla National Portrait Gallery di Londra, dove quattordici ritratti di persone dall’identità incerta ci fissano e ci raccontano, ognuno con la voce di un narratore differente, le loro intriganti storie.

Si tratta di opere del XVI e del XVII secolo che secondo la tradizione ritrarrebbero, tra gli altri, personaggi come Elisabetta I, la giovane pretendente al trono Lady Arabella Stuart e il poeta Sir Thomas Overbuty. Le loro identità hanno però creato qualche disputa tra studiosi e osservatori.
Una serie di nuove ricerche, fatte in parte dagli studenti d’arte dell’Università di Bristol, hanno tentato di dimostrare e assegnare nuovi nomi a questi volti.

Ispirati da questi ritratti misteriosi, rinomati autori internazionali, tra cui Tracy Chevalier, Julian Fellowes e Alexander McCall Smith, hanno immaginato come avrebbero potuto essere le vite di questi uomini e nel libro “Imagined Lives: Portraits of unknown people” ce le raccontano. E allora perché non lasciarsi guidare dalla fantasia degli autori per entrare nel dettaglio delle storie e scoprire chi potrebbero essere questi personaggi? (Leggi degli estratti.)

Una di queste identità è la protagonista del dipinto “False Mary” di un artista anonimo che ci viene raccontato da Alexander McCall Smith. Secondo l’autore pare che la protagonista del ritratto non sia Mary Stuart, regina di Scozia, ma Mary Peebles, la figlia di un mercante di Edimburgo. A quei tempi molti regnanti sceglievano un loro sosia per svariati motivi. La Mary ritratta, benché non somigli né nel colorito, né nei tratti del viso alla sovrana, è stata la prescelta – per la sua andatura e portamento – per assurgere ad un ruolo di corte molto ambito, che le ha permesso di vivere una grande avventura con i suoi lati positivi ma soprattutto negativi. La regina, che odiava posare per i ritratti, incoraggiò la giovane a prendere il suo posto davanti ai molti ritrattisti italiani che frequentavano la corte. Ma Mary Peebles vestiva i panni della sovrana anche davanti ai suoi nemici e a coloro che complottavano reali omicidi. Nessuno sa infatti che fine abbia fatto.

C’è tempo fino al 22 luglio 2012 per vedere con i propri occhi i segreti di questi personaggi le cui vite, sospese tra storia e leggenda, continuano ininterrottamente ad affascinarci.

Fonte

giovedì 21 giugno 2012

Salviamo Cinecittà

Cinecittà è la fabbrica dei sogni, vi hanno girato i più grandi registi e attori della tradizione cinematografica italiana e internazionale, ha ospitato più di 3000 film con le loro scenografie.
Cinecittà, per questo, è famosa il tutto il mondo.

Cinecittà è un laboratorio eccezionale di arti e mestieri poco conosciuti che trasformano una sceneggiatura in un film. Vi lavorano 400 dipendenti di 3 società; 6.000 tra registi, attori e maestranze specializzate; l’indotto conta 10.000 piccole e medie imprese artigianali che occupano fino a 100.000 posti di lavoro.
Cinecittà è dunque un’importante settore occupazionale e industriale di Roma.

Cinecittà ha dato il suo nome a uno dei quartieri più popolosi della Capitale cresciuto intorno agli studi. Una periferia orgogliosa delle sue radici, in cui ancora oggi si ascoltano i racconti di quando si campava facendo le comparse o i bambini si intrufolavano per giocare nelle scenografie.
Cinecittà è il cuore della cultura cinematografica di Roma e, insieme, un patrimonio di tutta la Nazione.

Cinecittà oggi rischia di perdere tutto questo. Si ventila la costruzione in quell’area di piscine, centri fitness, ristoranti e alberghi per 300 mila metri cubi. Cinecittà non può diventare terreno di nuove speculazioni edilizie e finanziarie. Questa città non ha bisogno di nuovi centri commerciali in quartieri già congestionati da queste iperstrutture. Roma ha bisogno di un’industria cinematografica forte, di investimenti veri e di un piano industriale serio che ne rilancino lo sviluppo e ne potenzino la capacità produttiva e occupazionale; che ne conservino l’immenso e storico patrimonio audiovisivo attraverso la creazione di un vero e proprio museo del cinema dotato anche di strutture teatrali da situare nell’area della centralità urbana metropolitana di Torre Spaccata come originariamente previsto dal vigente PRG. Facendone in tal modo un polo attraente anche dal punto di vista turistico-culturale. Per queste ragioni noi cittadini di Cinecittà e di tutta la città, associazioni, comitati di quartiere, sindacati, amministratori locali, artisti, registi, attori chiediamo al governo, al Sindaco Alemanno, al Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, al Presidente della Provincia Nicola Zingaretti, a tutte le forze politiche e istituzionali di adoperarsi affinchè uno dei più belli e importanti simboli di Roma e dell’Italia rimanga vivo, perché nessuna speculazione cementificatoria ne comprometta la sua vocazione originaria di industria produttiva.

Perché il Cinema, l’arte, la cultura e i sogni continuino a vivere a Cinecittà e a Roma.

Comitato “Salviamo Cinecittà”
Comunità Territoriale X Municipio
Agenzia diritti X Municipio
Centro sociale “Corto circuito”
Centro sociale “Spartaco”
Uilcom- Uil Roma
Cdlt Cgil-Roma sud
Spi-Cgil X Lega

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martedì 19 giugno 2012

Festa Europea della Musica - Roma

Da giovedì 21 a domenica 24 giugno 2012, Roma ospiterà la Festa Europea della Musica, organizzata dall´Associazione Culturale Festa della Musica...

La festa della musica quest´anno, si prepara ad invadere la città con un programma vasto e articolato che coinvolgerà oltre mille musicisti con 150 concerti, tutti ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti, in oltre 90 spazi tra piazze, musei, cortili, istituti di cultura, chiese, locali, e aree archeologiche. Un cartellone eterogeneo, che ben rappresenta uno degli elementi essenziali della manifestazione, quello di essere la "festa di tutte le musiche".
La Festa europea della musica, da diciotto anni, offre un palcoscenico ai giovani musicisti romani, incoraggia l'ascolto della musica offrendo concerti gratuiti di tutti i generi musicali, promuove l'incontro tra generi, culture e professionalità musicali diverse, tra musica classica e rock, colta e popolare, tra passione e mestiere, valorizza gli spazi museali meno noti della città. A trenta anni dalla sua nascita in Francia, la manifestazione si svolge oggi il 21 giugno di ogni anno in contemporanea in più di cento città del mondo, distribuite nei quattro continenti.
La manifestazione è "la festa di tutte le musiche", e di tutti i musicisti, siano essi professionisti o semplici appassionati. È un giorno di festa per le realtà musicali grandi e piccole della città, dalle scuole di musica ai conservatori, dalle ambasciate alle associazioni musicali di quartiere. A tutti la Festa garantisce un palcoscenico. Al pubblico, la Festa regala centinaia di concerti gratuiti di tutti i generi musicali, in centro e in periferia.
Anche quest'anno molti eventi si svolgeranno in alcuni dei luoghi più belli e suggestivi di Roma: Piazza di Spagna Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza Farnese, Piazza Navona, Piazza della Rotonda al Pantheon, Piazza S. Lorenzo in Lucina, Fontanone del Gianicolo, Mercati di Traiano, Parco Archeologico del Teatro di Marcello, Macro, Terme di Diocleziano, solo per citarne alcuni. Ma la Festa è anche attenta alle periferie, fedele al principio della musica per tutti e dovunque.

Per informazioni: http://www.festaeuropeadellamusica.it


lunedì 18 giugno 2012

Mostra Fotografica: RACCONTI DELLA CITTA’ VECCHIA

È l’umore di chi guarda che dà alla città di Zemrude la sua forma. Se ci passi fischiettando, a naso librato dietro al fischio, la conoscerai di sotto in su: davanzali, tende che sventolano, zampilli. Se ci cammini col mento sul petto, con le unghie ficcate nelle palme, i tuoi sguardi s’impiglieranno raso terra, nei rigagnoli, i tombini, le resche di pesce, la cartaccia. Non puoi dire che un aspetto della città sia più vero dell’altro (…)
Italo Calvino, Le città e gli occhi. “Le città invisibili”

Mostra Fotografica
RACCONTI DELLA CITTA’ VECCHIA

Inaugurazione
Venerdì 8 Giugno ore 20,00

BARI Galleria “Spazio Giovani”
Via Venezia, 41

8–24 Giugno 2012
Orari:
LU-VE 10-13/17-21
SA 10-13/17-23

Fotografare il centro storico di Bari è un viaggio in un quartiere denso di elementi, codici e segni da decodificare. Non è affatto facile cogliere il genius loci della vecchia Bari, gli stereotipi si affacciano tutt’intorno e la tentazione è quella di ricalcare dei cliché già visti in tutto il panorama della “mediterraneità”. Non cediamo dunque alla tentazione di raccontarvi la baresità, che forse non esiste, ma invertiamo la prospettiva e inventiamo un nostro percorso: i “Racconti della città vecchia” sono visioni di otto fotografi che a Bari vecchia si ispirano e che in essa si perdono. Otto diverse traversate, otto umori di chi guarda la città e ad essa dà una forma.

Francesca De Santis ha materializzato il suo punto di vista in un passante curioso e colorato, un omaggio all'avventura di chi scopre questo dedalo peninsulare di viuzze labirintiche e si ferma ad osservarne i particolari.

Tra le sue incessanti peregrinazioni Francesco Catalano cammina e incontra le facce, la gestualità, il bianco e nero delle cose. L’anima del reporter indugia sul quotidiano che non fa notizia, ma riempie di vita le fotografie.

Giovanni Musci si accorge di un culto profano, la squadra di calcio che rende Bari femminile e così “la Bari”, come una giovane innamorata alla quale fare omaggio, viene celebrata sui muri della città vecchia con scritte e galletti.

Le scritte sui muri per Francesco Pinto sono invece un urlo, una violenza, la dissacrazione dell’abitato deturpato dai segni dell’inciviltà. “Sim can…” cioè siamo bestie, quando non rispettiamo l’ambiente.

Francesca Passarelli alla vecchia città dà forma di arco, tipica architettura dei centri storici mediterranei. Le sue geometrie mostrano un arcobaleno fatto di sfumature di grigio e lunghi pomeriggi assolati.

Nelle fotografie di Maria Pansini il tempo cambia, la luce piove negli androni, i vecchi cortili sono stanze che registrano presenze intermittenti, oggetti e persone di passaggio, realtà provvisorie che la fotografia intercetta e restituisce.

I racconti di Vito Marzano e Antonio Fantetti respirano il sacro. Antonio Fantetti lo vive nell’oscurità della basilica, lo capta con discrezione tra le luci soffuse delle candele e sugli inginocchiatoi; la devozione è quella del rito ortodosso, ma nelle sue immagini la preghiera appare un fatto universale e allo stesso tempo intimo.

Vito Marzano infine osserva ironicamente la commistione di sacro e profano e i fotomontaggi naturali che il paesaggio urbano racconta al suo occhio attento. Fa sorridere ma pirandellianamente, subito dopo l’avvertimento del contrario, lo sguardo ne indaga anche il sentimento.

È il Museo della fotografia del Politecnico di Bari che raccoglie questi frammenti di narrazione visiva e ce li mostra nel luogo stesso nel quale si sono generati; la mostra si inaugura l’8 giugno a Bari, presso la galleria “Spazio Giovani” di Via Venezia, ovvero sulla muraglia di Bari vecchia.

martedì 5 giugno 2012